mercoledì 29 luglio 2020

Finalmente liberi.

Liberi di muoversi, sia pure con attenzione. Il mare. L'acqua nella sua forza quieta, che increspa e solleva la superficie per cercare i suoi ritorni.
Il tempo del coronavirus ha lasciato tracce, ma su quelle si deve camminare. Per ritrovare e lasciarsi incantare dai propri sogni.

Il silenzio di quelle giornate, interrotto dalle comunicazioni dei media, ci ha indotto a stringere e riallacciare i rapporti da lontano. Amici vecchi e nuovi, incontrati o ritrovati. E a cercare temi che dessero senso al vivere. In me, si è fatto strada il tema del significato. Di quello che siamo e che l'umanità ha cercato a tentoni, come


Bisonte di Lascaux

in un enigma, nell'oscurità del tempo.

Gli archetipi, il mondo dei simboli, fanno una luce tenue, ma costante nel buio. Con le forme, i colori dei piccoli frammenti dell'esperienza individuale e collettiva.

Dopo le grandi tele, sono emerse le piccole, conservate e accatastate un po' dovunque nello studio, in attesa. Di qualcosa che potesse dar loro vita, suscitare emozioni improvvise e spontanee, ma coltivate da tempo nell'inconscio e nell'archeologia della psiche. Tracce di studi lontani, suggestioni antropologiche.

Così mi sono addentrata nella serie degli "Archetipi", così sto camminando in un cammino quieto, dove la relazione, senza  la quale non c'é vita, si sviluppa in orizzontale, ma anche in profondità.

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