I fenomeni si succedono con tempeste e improvvisi bagliori.
Le maree si sollevano con l'impeto, sui neri scogli
allo schiaffo delle acque gelide sorte da orizzonti confusi,
come le antiche memorie possedute dal mistero.
Le atmosfere di Claudia Strà si mostrano in un evento
vorticante, in una nuvola fra le nuvole assorbita
dal più denso cobalto celando inquiete origini,
dove i testamenti terreni raccontano d'inchiostri e squarci.
Pellicole azzurre a volte rivelano trasparenze
di un moto eterno che si compie.
Tutto si espande, fra polpastrelli di luce dalle meteoriti
di pensieri che vanno, nell'orbita esploraante.
Claudia Strà parla dei luoghi della collisione, dell'effetto
di un mantice naturale fino all'estremo respiro,
quando il trasformare è il primo o l'ultimo accadere.
La pittrice risale buie selve, profila cunei montuosi,
si inoltra nel cuore dei perimetri cercando cieli tersi.
Saettando gesti e nastri fluidi le spire generanti
avvolgono plasmi metamorfici in cui l'uomo,
catapultato dal tempo, sale, come un raggio
dal buio per essere parte della mutazione ed esistere.
Riccardo Melotti, Bologna, 2/1/2012
lunedì 6 febbraio 2012
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Un poeta bolognese mi ha gentilmente inviato per posta elettronica questo commento alle mie opere intitolat "Tracce" e "Terra". Gli sono grata e qui lo pubblico volentieri.
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