Se l'arte è presa di contatto col mondo, non sfugge la pregnanza del dibattito attuale sui "nuovi barbari", la generazione che verrà e che sarà capace di costruire un universo della "superficie" connotato dal frammento, dal molteplice, dal volatile passaggio di un "clic". L'arte non può non interrogarsi sulla sua appartenenza a un mondo di replicanti e di effimeri, dopo aver celebrato da tempo la sua stessa morte.
sabato 10 dicembre 2011
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