Non è priva di significato la perplessità con cui la gente guarda al figurativo dopo aver identificato l'astratto col contemporaneo. E' nello stupore di Kandinski di fronte al quadro di Monet capovolto eppur bellissimo (questo si racconta nella sua biografia) un germe di risposta al dilemma. Perché i covoni rovesciati occupano, nel campo di forze generato dal dipinto, lo stesso spazio, equilibrato e armonico; perché agiscono, a livello percettivo, allo stesso modo. Così, la cooperazione dell'osservatore, analogamente alla cooperazione del lettore nel testo letterario, agisce come decodificatore, "brucando" la superficie del quadro, per dirla con Paul Klee.
Per questo, ritengo che di fronte a un quadro si debba stare seduti e si debba avere del tempo. Ed è per questo che lo scorrere dei gruppi frettolosi davanti alle opere d'arte costituisce, secondo me, una forzatura e, al massimo, è in grado di nutrire come un aperitivo.
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